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Venerdi 17 maggio 2024 alle ore 18:30

Gloria Campriani
per Chorus

Azione partecipativa espressa dagli artisti e dal pubblico presente che si svilupperà attraverso la realizzazione di una trama come rappresentazione e testimonianza dello scambio di energie e dell’unità corale.

Sabato 18 maggio 2024 alle ore 18:30

Giovanna Lacedra
Non partenza, volo

Azione partecipativa del pubblico dove la partenza è intesa come spiegamento di ali verso un sogno, un volo in senso positivo, una fuga da qualcosa che ci impedisce di essere chi siamo e di volare.

Domenica 19 maggio 2024 alle ore 17:00

Roberta Gatto
Esalazioni di Guarigione

Azione partecipativa del pubblico finalizzata a quella guarigione che nessuno apparentemente ha mai avuto. Attraverso l’ascolto di noi stessi si può trovare un porto sicuro in cui rifugiare le proprie insicurezze, le proprie paure e i propri dolori difronte ad un mondo frenetico e giudicante.

Domenica 19 maggio 2024 alle ore 18:00

Florencia Martinez
La presenza dell’altro

Azione partecipativa del pubblico che si misurerà sulla sua capacità di mediare, ascoltare ed essere generoso...
Quanto siamo disposti ad aprirci verso gli altri?

director

Ilaria Centola, classe 1968, dopo studi universitari nel mondo della comunicazione, collabora con importanti agenzie pubblicitarie diventando senior account, gestendo grossi budget pubblicitari e specializzandosi nell’organizzazione di eventi.

A un certo punto della sua vita decide che una delle sue passioni dovrà anche diventare il suo lavoro e, con un gruppo di professionisti milanesi formati nel mondo dell’arte e della comunicazione, crea il Comitato Promotore Step, che nasce nel 2009 con l’intento di essere un punto di riferimento per l’arte contemporanea giovane in Italia. Al suo interno viene organizzata la prima edizione di Step Art Fair che si identifica immediatamente come evento d’arte complesso, costituito da una serie di eventi culturali, performance e new media.

“Step Art Fair”, di cui Ilaria Centola sarà la direttrice, verrà organizzata a Milano fino al 2014 in location differenti come gli East End Studios, il Museo della Scienza e della Tecnica e la Fabbrica del Vapore, ospitando nelle sue 5 edizioni oltre 200 gallerie, 30 progetti speciali e 12.000 visitatori tra pubblico generico, collezionisti d’arte, giornalisti e operatori del settore, e costruendo forti legami con realtà istituzionali come l’Accademia di Brera. I format vanno rinnovati, serve specificità, il gruppo si scioglie ma Ilaria Centola continua il suo percorso e crea una nuova realtà: Uncode. Con questa nuova struttura decide di lanciare una nuova sfida al mondo dell’arte: una fiera incentrata esclusivamente su scultura e installazioni, e, con l’aiuto del curatore Valerio Dehò, nel 2014 nasce “Milano Scultura”. Parallelamente Ilaria Centola si occupa di artisti che spaziano tra pittura, scultura, fotografia e video arte, organizzando per loro mostre e momenti di crescita professionale come la mostra “CHORUS - 10 artisti in contemporanea” organizzata nel 2019 al MAC di Milano.

Valerio Dehò ha studiato a Bologna “Filosofia della scienza” e “Logica” laureandosi nel 1979. Ha anche studiato “Estetica” con Luciano Anceschi e “Semiotica” con Umberto Eco.

Dopo la laurea ha fondato con altri la cooperativa “Il Minotauro” occupandosi ai arti visive e promozione culturali. La sua prima mostra da curatore è stata “L’assassinio come una delle belle arti” nel 1981. Ha lavorato a Milano presso l’Electa per un paio di anni imparando il mestiere di redattore di grandi opere e scrivendo per vari cataloghi, monografie  ed eventi come l’Expo Universale di Vancouver del 1986. Nel frattempo aveva accettato un posto da funzionario presso il Ministero per i Beni Culturali.

Nel 1988 diventa giornalista pubblicista e intensifica la sua attività di critico d’arte. Dagli anni Novanta si occupa solo d’arte lavorando presso Kunst/Merano arte fino al 2015. È stato commissario della Quadriennale e ha curato mostre in Italia e all’estero. Attualmente insegna “Estetica” all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha pubblicato oltre cento cataloghi e scritto 5 libri sulle teorie dell’arte.

curator

location

Uno dei luoghi simbolo della fotografia a Milano diventa M.A.C. - musica arte e cultura, la nuova location per eventi culturali della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, inaugurato nel 2015.

Ricavata nel contesto di uno storico deposito tramviario milanese, di proprietà di Atm, questo spazio si inserisce nel panorama delle aree industriali riqualificate e restituite alla città di Milano per essere luoghi d'interesse artistico e non solo.

M.A.C. è stato concepito per dare spazio al talento, alle idee e alle migliori espressioni della creatività di musica, arte e cultura.

Come arrivare
  • Metro Verde - Fermata P.ta Genova (10 minuti a piedi)
  • Tram 9 - Fermata Porta Lodovica
  • Tram 3 - Fermata Corso San Gottardo/via Lagrange
  • Tram 15 - Fermata via Castelbarco/via Giovenale
Dove parcheggiare

Garage/Posteggio di via Gentilino sopra Oviesse/Conad

“Chorus” è una mostra-evento che vuole incuriosire mettendo a confronto le personalità e i linguaggi di 20 artisti in un'esposizione articolata ma in un periodo di tempo limitato e concentrato.

“Chorus” in questa seconda edizione presenta 20 solisti che con i loro lavori creano un evento di proposte, tecniche, linguaggi che si confrontano e si “raccontano”a vicenda in una sorta di jam session in cui si suona insieme anche se ognuno resta solo e ben definito nella sua individualità e nella sua creatività.

Il ruolo critico è rivolto alla scelta e selezione degli artisti, senza però sovrapporre temi e schematizzazioni che alla fine possono risultare dei meri esercizi di stile.

L’esposizione vuole mettere in evidenza soltanto la personalità e la scelta di percorsi personali in cui la creatività e la volontà di fare arte, restano alla base di un fenomeno che travalica i singoli e si trasmette alla società. Il coro è quindi un luogo, una parte della scena in cui si “produce” che viene dedicata al mettersi insieme, a creare qualcosa insieme pur rimanendo distinti e autonomi.

Come spazio abbiamo scelto il M.A.C perché si tratta di un luogo consacrato alla cultura, di una struttura funzionale e perfetta, ma anche di una istituzione aperta all’intersecarsi dei linguaggi e delle culture.

I luoghi sono importanti, quanto più sono aperti e non facilmente riconoscibili. Si esce dalla casta per aprirsi ad un pubblico che vada oltre gli addetti ai lavori.Per questo il M.A.C. diventa uno spazio unico, un dialogo visivo che mantiene le distanze e aumenta le emozioni.

Un’esperienza nuova da condividere con un pubblico attento.

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